Boccione minore

I crestalle, cristall, cristola, cristàuli, fògghia crassa, fogghie de Santa Marie, sogra, cicurèdda duce, cresta di jàddu, attiallico, spargani (stracci) de la Madonna.

Il boccione minore, Urospermum picroides (L.) F.W. Schmidt, noto a Mola di Bari come “i crestalle”, costituisce una delle dieci verdure con cui si prepara un piatto antico e povero chiamato il “foja mmisca” (le foglie mischiate) nella Grecìa salentina. Vegeta fino a 800 m di altitudine in campi incolti, prati aridi, nei pressi dei ruderi e lungo i bordi stradali. Le foglie basali commestibili si raccolgono da dicembre fino all’inizio della primavera. Dalla radice si possono estrarre sali con proprietà sedative e antispasmodiche. Le foglie più tenere vengono lessate e condite, da sole o insieme ad altre verdure oppure saltate in padella con olio e aglio. Il sapore dolce delle foglie permette il consumo crudo in insalata da sola o mista ad altre verdure (Bianco et al., 2009).
Il boccione minore è pianta erbacea annuale, con stelo eretto che raggiunge 35 cm di altezza. In particolari condizioni pedoclimatiche le foglie basali possono essere lunghe oltre i 25 cm, spatolate, con base allargata e margine dentato e ruvido; le superiori progressivamente ridotte. Fiorisce da febbraio fino a giugno. I fiori, tutti ligulati e di colore giallo, sono riuniti in tre, sei ma anche più capolini, presentano l’involucro setoloso e hanno il diametro di circa 3 cm. Il frutto è un achenio striato, con becco allungato.

Nella Grecia salentina il boccione minore costituisce una delle dieci verdure con cui si prepara un piatto antico e povero chiamato il “foja mmisca” (foglie mischiate). Un modo di consumare le verdure miste è insieme al purè di fave (“fave e fogghie”) dove si abbina il sapore amaro delle verdure con il dolce delle fave.

Un proverbio di Manduria recita: “Zzanguni e cristoli a nsalata - cu llu pani fattu a casa - ti fannu passari na bona sirata” (“Grespini e boccioni in insalata - con il pane fatto in casa - ti fanno passare una buona serata).

Bianco (1989) ha pubblicato “Specie erbacee della flora infestante pugliese utilizzabili come ortaggi e piante da condimento” (fig. 1)

Nel quadriportico del Monastero di S. Maria della Consolazione di Martano (LE), dove ha sede una comunità monastica rimasta fedele al programma di vita tracciato da San Benedetto nella sua regola (“ora et labora”), è ospitata una mostra di erbe medicinali raccolte in situ a cura di Fra Domenico Palombi, come raccontato in “La comunità monastica di Santa Maria della Consolazione e la figura di Fra Domenico Palombi, esperto conoscitore e studioso di erbe officinali”.

Il mensile Realtà Nuove (1995) di Mola di Bari ha pubblicato la guida al riconoscimento e ricette delle piante spontanee “I fogghie de fore” (fig. 2).

Raccolta da terrazzani e da cultori delle piante spontanee, al dettaglio, nella ristorazione, negli agriturismi, nelle masserie didattiche.

Aspetti nutrizionali

Valore energetico: 24 kcal
Valori in grammi (g) per 100 g di parte edibile
100 g di parte edibile, riferiti al peso fresco (p.f.), presentano 40 mg di acido ascorbico; si rileva inoltre un bassissimo contenuto di nitrati, in media 140 mg/kg p.f. 

(*) Dal libro “Piante spontanee nella cucina tradizionale molese” (Bianco et al., 2009).

Foto gallery

Bibliografia