Procedimento: mettere a mollo le fave per un’ora. Successivamente, disporle in una casseruola con acqua, cipolla affettata, qualche foglia di alloro, due spicchi d’aglio interi, sale e olio. Lasciar cuocere le fave fino a quando non avranno raggiunto la consistenza di una morbida crema. Nel frattempo, mondare, lavare e lessare le cicorielle selvatiche in acqua salata. Far dorare lo spicchio d’aglio e il peperoncino nell’olio. Quando le cicorielle saranno ben cotte, scolarle ed aggiungerle all’olio fritto, dal quale sarà eliminato l’aglio; aggiungere la purea di fave, lasciando insaporire.
Un riferimento bibliografico inerente a questa preparazione è presente nel libro “Gravina e le sue tradizioni” (Mastrogiacomo, 1973).
Ristorazione.
Comune in sagre e feste locali;
Nel 1997, l’Università della terza età di Gravina in Puglia ha curato la pubblicazione del libro “U Calaridd. Cucina Gravinese, Cultura, Tradizioni e Storia”, all’interno del quale è riportata la ricetta (anche in dialetto gravinese) della 'crapejòit pe le cecurèdd' (fave con le cicorie campestri).
La ‘Crapiète’ gravinese sulla pagina Wikipedia di Gravina in Puglia, scritta in dialetto barese.