Caprino
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
Il latte crudo di capra viene filtrato direttamente in caldaie di rame stagnato attraverso teli di cotone a trama fine o un colino a rete fine; portato a 36-37 °C, viene addizionato di caglio liquido di vitello, capretto o agnello prodotto generalmente in azienda.
La coagulazione avviene in 15-45 minuti e, dopo circa 15 minuti di rassodamento, il coagulo è rotto con uno spino di legno (“ruotolo”) fino alla dimensione di un pisello. La cagliata è lasciata a riposo per qualche minuto e spinta manualmente sul fondo della caldaia. Successivamente, viene estratta manualmente o con schiumarola e trasferita in fiscelle di giunco (“fische”) o di plastica, poste a spurgare su ripiani di legno inclinati. Le forme sono pressate manualmente per favorirne lo spurgo nei successivi 30-40 minuti. In seguito, le stesse sono immerse per qualche secondo nella scotta a 80-85 °C; al termine di questa operazione, le forme vengono rivoltate nel canestro, pressate leggermente e lasciate spurgare per circa 24 ore a temperatura ambiente su tavoli di legno.
La salatura è eseguita a secco cospargendo con sale grosso dapprima il piatto superiore e, il giorno successivo, quello inferiore. Le forme, ancora nelle fiscelle, sono lasciate sotto carico per 2-3 giorni, cambiandole di posizione nella pila. Le forme destinate alla stagionatura vengono tolte dalla fiscella e trasferite in locali freschi ed arieggiati (6-8 mesi). Durante il primo periodo, ogni 2-3 giorni vengono lavate con siero e rivoltate, mentre in seguito sono trattate con olio e piccole quantità di aceto.
Anticamente, l’allevamento caprino era molto diffuso nel Salento, in particolare per la razza Jonica, originariamente allevata a Taranto, e la Maltese. Le capre vivevano insieme ai pastori, fornendo latte, dalle ottimali proprietà dietetico-nutrizionali e dai profumi unici, grazie alle caratteristiche dei pascoli della gariga salentina.
A dimostrare il legame tra territorio e allevamenti caprini, i versi di Carmelo Pompilio Realino Antonio Bene, noto attore, regista, drammaturgo, filosofo, scrittore e poeta, raccontano una scena pastorale tipica del paesaggio salentino:
«Nulla patria inprofeta
etmeminet meminisse
juvat scit coetera mater
fuor del ment’astro polver bagnata
il tramestio felpato dindondante
delle capre da latte porta a porta
in aria cotognata Boccapert
ridono sangue melagrane queste
alte sul muro a fronte d’acquarello
rosa cilestro fronte de le case
i covoni le danze contafine
sull’aie queste luminate a sera
nero velluto u campi trapuntati
di lucciole Invasati
di soli cieli Chissadove a mare.»
- Il ‘caprino pugliese’ sul portale dei formaggi italiani, formaggio.it;
- Il ‘caprino pugliese’ tra i prodotti tipici pugliesi sul portale dedicato intavoliamo.it.