Carciofo bianco tarantino
Bianco di Taranto, Carciofo di Taranto
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
Il ‘Carciofo bianco tarantino’ è una antica varietà di carciofo coltivata sporadicamente, anche in passato, negli orti della provincia di Taranto. Nell'Atlante delle varietà del carciofo (Dellacecca et al., 1976) la varietà viene descritta per le sue caratteristiche storiche e produttive con brevi osservazioni e due foto a pagina 76 e 77.
In precedenza, Felice D’Introno la indica tra le varietà pugliesi nel libro "Le composite superlative" (1967), un volume dedicato alla produzione del carciofo, del cardo e dell’insalata. In particolare si fa riferimento a dati di coltivazione del
carciofo nel decennio 1955-1966; il testo riporta studi sull’ortaggio condotti dall’Università di Sassari e dall’Università di Bari con il patrocinio del Consiglio Nazionale delle Ricerche, su tecniche e metodi di coltivazione, impianto e moltiplicazione della carciofaia, concimazione e miglioramento genetico. Di particolare interesse è la sezione del libro dedicata alla produzione di carciofo in Puglia: tale coltura, difatti, in quel periodo ha avuto un esito inizialmente insperato, grazie alla facilità di collocamento del prodotto sui mercati del nord Italia a prezzi remunerativi. Il testo riporta che la coltura fu dapprima introdotta nei terreni asciutti in agro di Bisceglie e che successivamente si diffuse negli agri di Mola di Bari, Mesagne, Brindisi e Gallipoli.
Dal 1950 il carciofo ha fatto il suo trionfale ingresso in Capitanata (San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli, Margherita di Savoia, Cerignola e Manfredonia), rivoluzionando il vecchio sistema di agricoltura cerealicolo-estensiva. La varietà più diffusa era di tipo “Catanese” (Niscemese), benché avesse subito variazioni morfologiche.
Infine, si riporta che la produzione barese di carciofo (e in parte anche quella brindisina e tarantina) sia incrementata notevolmente nel 1950, soprattutto con l’arrivo dell’acqua irrigua, indispensabile per coltivazione forzata dell’ortaggio. Le varietà pugliesi citate sono: ‘Carciofo di Taranto’ o ‘Bianco Tarantino’, ‘Locale di Mola’, ‘Locale di Ostuni’, ‘Centofoglie’, ‘Violetto precoce’.
- Progetto regionale “Biodiversità delle specie orticole della Puglia” - BiodiverSO (PSR Puglia 2007-2013 - Misura 214/4 sub-azione “Progetti integrati per la biodiversità”), durante il quale la varietà è stata risanata da funghi e virus mediante micropropagazione e termoterapia. I risultati sono riportati nella pubblicazione “A Protocol for Producing Virus-Free Artichoke Genetic Resources for Conservation, Breeding, and Production” (Spanò et al., 2018);
- La varietà locale ‘Carciofo bianco di Taranto’ è presente nel “Nuovo Almanacco BiodiverSO – Biodiversità delle Specie Orticole della Puglia” (Accogli et al., 2018);
- Il ‘Carciofo bianco tarantino’ è iscritto dal 2021 nel Registro Regionale delle Risorse Genetiche Autoctone della Regione Puglia (L.R. 39/2013 “Tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario, forestale e zootecnico”);
- Il ‘Carciofo bianco di Taranto’ è presente anche nel capitolo “Specialità orticole in terra jonica. Le varietà orticole della provincia di Taranto” (Renna e Santamaria, 2020), in: “Dalle Murge allo Jonio – Territori e risorse di Puglia” (a cura di L. Rubino).