Cicoria all'acqua

Cicoria otrantina.

Fonte immagine: Salento Km0.Fonte immagine: Salento Km0.
È forte la convinzione che si tratti di una domesticazione effettuata dai contadini del comprensorio di Otranto per adattare la coltura autunno-vernina della catalogna alle condizioni della tarda primavera e dell’estate, grazie alla disponibilità di luoghi acquitrinosi. Le foglie dei primi verticilli hanno lamina intera di colore verde scuro ma acceso, con nervatura centrale bianca o sfumante al verde. Al primo taglio, l’asse fiorale ha una forma cilindrico-allungata, di lunghezza che va da 10 a 30 cm, con un diametro basale minore di 8 cm, di consistenza ancora carnosa ma già dal sapore amarognolo. L’asportazione dell’asse fiorale principale induce, nel giro di 7-10 giorni, al ricaccio di singoli fusti lungo la circonferenza del taglio che in pochi giorni raggiungono altezze di 18-25 cm, con diametro di 3-5 cm, cavi all’interno.

La coltura si attua in primavera seminando le cicorie in semenzaio; le piantine vengono poi messe a dimora a distanza di circa 35-40 centimetri tra e sulle fila. 

La raccolta del prodotto, che inizia generalmente in maggio e si protrae per tutta l’estate, si esegue recidendo lo scapo fiorale (che costituisce la parte edibile primaria) ad un paio di centimetri dalla corona di foglie. La pianta, successivamente, presenterà delle protuberanze (volgarmente appellate “figghiuli” o “scattuni”) che, se vengono regolarmente recise (e se le piante vengono assistite con l’irrigazione e con qualche blanda concimazione azotata), daranno una copiosa ed apprezzata produzione per alcuni mesi. Con il procedere dei tagli (e anche a causa dei forti calori estivi) si può riscontrare una diminuzione della grandezza dei germogli, che vanno man mano divenendo sempre più esili (pur non perdendo le pregiate caratteristiche organolettiche). 

Queste cicorie, buone anche crude, vengono prevalentemente consumate previa cottura, lessate e condite con olio di frantoio (talvolta insaporite anche con cipolla cruda tritata).

È coltivata da qualche secolo in tutto il Salento, soprattutto in quelle aree caratterizzate dalla presenza di falda acquifera semi affiorante o comunque molto superficiale, quale quella della Valle dell’Idro a Otranto (comprensorio tradizionalmente interessato da questa coltura ed in cui questa varietà di cicoria è stata selezionata). Senza scomodare gli antichi scrittori georgici dalle cui descrizioni potrebbe già riconoscersi la cicoria in oggetto, diversi studiosi moderni ne hanno ampiamente disquisito, tra questi Mannarini, che ne parla dettagliatamente in “Orticoltura Salentina” (1914) a pagina 55. 

Mercati all'ingrosso, in grande distribuzione organizzata, mercati locali, vendita diretta presso aziende agricole.


Aspetti nutrizionali

Valore energetico: 10 kcal
Valori in grammi (g) per 100 g di parte edibile

Bibliografia