Cozze piccine allu riénu
Cuzzeddhre allu riènu.
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
Le chiocciole del genere Euparipha pisana sono le più piccole fra le specie eduli salentine, ma anche le più visibili. Nel periodo estivo, questi gasteropodi non si nascondono tra le pietre, né si sotterrano come le altre specie, ma si sigillano saldamente con un sottile epiframma vitreo ad un supporto di varia natura, generalmente vegetazione secca ma anche muri e pale di fichi d’India. Le stoppie sono il luogo dove le chiocciole eleggono il proprio habitat preferito, sfidando la canicola, ed è proprio lì che vengono ricercate e raccolte, dai diretti consumatori oppure da raccoglitori professionisti che ne fanno stagionalmente commercio, solitamente in forma ambulante.
Una volta raccolte, vanno lavate accuratamente, accertandosi che siano tutte vive, e poste sul fuoco in una pentola con abbondante acqua fredda. Quando tutte avranno “cacciatu lu musu” bisogna sollevare la fiamma, mandare in ebollizione e cuocere per una decina di minuti dalla comparsa del bollore dell’acqua. Durante la cottura è necessario rimuovere ripetutamente la schiuma in eccesso con una schiumarola. Vengono, quindi, scolate, salate abbondantemente e cosparse con il profumatissimo origano che cresce spontaneo nelle macchie salentine (Origanum heracleonticum L.). Prima di servirle, si lasciano intiepidire coperte, in modo che si aromatizzino.
Alternativamente, si possono condire anche con un sughetto piccante, dopo averle lessate (“cuzzeddhre cunzet”).
Il consumo di questo piatto è arcaico. In una terra come il Salento, avara di proteine nobili, questi molluschi hanno rappresentato una risorsa alimentare abbondante, accessibile ed estremamente gustosa.
Sono chiamate “passatiempu” perché, essendo poco carnose, si mangiano ma non servono a nutrire, nonostante contengano buone proprietà dietetico-nutrizionali.
La preparazione delle ‘cozze piccinne allu rienu’ è descritta nel libro “Puglia dalla Terra alla Tavola” (AA.VV., 1979); altro riferimento bibliografico è il volume “Almanacco Salentino 1968/69” (Congedo e Zacchino, 1968).
- “Festa della Municeddha” a Cannole (LE), ad agosto;
- “Sagra della cuzzeddhra pizzicata”, festeggiata in passato a Corigliano d’Otranto (LE).