Cuddhura
Cuddhura cu l’oe, Palomba, Palummeddhra, Panareddhra, Puddhica, Puddhica cu l’oe.
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
La Cuddhura, dal bizantino kollùra, è un tipico dolce pasquale di antichissima origine e diffuso in tutto il Salento. Originariamente le cuddhure erano preparate con della comune pasta di pane, sagomata a forma di colomba, che veniva semplicemente pennellata in superficie con l’uovo sbattuto per conferirgli un aspetto lucido, esteticamente più accattivante. Era un pane rituale e come tale non si pretendeva che dovesse avere un sapore particolarmente grato; veniva consumato a mezzogiorno del Sabato Santo, quando le campane annunziavano la Resurrezione, rompendo così il digiuno quaresimale. In Puglia la tradizione è ancora molto osservata ma la coddhura viene preparata quasi sempre con pasta dolce.
La cuddhura, a forma di animale (solitamente galletto) o di bambola, veniva donata ai bambini, e nessun giovane da ragazzo poteva esimersi dal regalarne una, generalmente a forma di panierino, alla “zita”.
Un riferimento alla cuddhura lo ritroviamo anche nel Corriere meridionale, Anno XII, numero 13 (1901) (fig. 1).
- Nel 2007 è stato registrato il marchio collettivo “Dolce in Salento” che, tra gli altri dolci leccesi, comprende anche la 'cuddhura’. Promosso dall’associazione Pasticceri Salentini di Confartigianato Lecce, il marchio garantisce l’utilizzo degli ingredienti “giusti” nella preparazione di prodotti artigianali tipici che si tramandano di generazione in generazione;
- Sagra della Cuddhura nel Comune di S. Cesarea Terme (LE).