Fagiolino dall'occhio

Fagiolino pinto, Fagiolino di S. Anna, Occhiopinto.

Il nome locale di Fagiolino pinto identifica quasi in tutta la Puglia il Fagiolino dall’occhio, appartenente alla specie botanica Vigna unguiculata (L.) Walp. subsp. unguiculata (L.) Walp.

Il Fagiolino pinto, particolarmente noto ed apprezzato sui mercatini rionali della provincia di Bari, riscuote un discreto successo sia tra i consumatori più affezionati alle colture tradizionali, che a quelli attenti alle diete più bilanciate e che garantiscano maggiore sostenibilità ambientale. 

Si tratta di un ortaggio di cui si consumano esclusivamente i baccelli freschi preparati seguendo ricette tipiche delle tradizioni locali e che viene coltivato solitamente in piccoli appezzamenti di terra o in orti familiari.

Il Fagiolino pinto è una leguminosa di origine africana distinta dal fagiolo (Phaseolus vulgaris L.) di origine americana. Nel dipinto di Annibale Carracci (1540-1609) intitolato “Il mangia fagioli”, si rappresenta un contadino che mangia fagioli; si tratta però del fagiolino dall’occhio e non del fagiolo di origine americana. A tal riguardo è bene riportare che le prime notizie di coltivazione sperimentale del P. vulgaris in Italia risalgono agli anni 1528-1529. Altre curiosità all’articolo “Occhio… al fagiolino pinto!”.

Questo ortaggio, con un ciclo di coltivazione che va da 70 a 100 giorni, predilige climi caldi e va seminato, nell’areale considerato, a partire da aprile. Utilizzando preferibilmente i semi conservati gelosamente dagli stessi agricoltori, si effettua generalmente la semina diretta a buchetta o postarella. Quando le piantine emettono 2-3 foglie vere, vengono opportunamente diradate e leggermente rincalzate a mano. Per il controllo delle infestanti e per contenere l’evaporazione di acqua dal terreno, si effettua una serie di lavorazioni superficiali fino a quando il terreno non viene ombreggiato e ricoperto dalle foglie della pianta stessa. Pur non richiedendo eccessive quantità di acqua, il Fagiolino pinto, durante la fioritura e la maturazione dei baccelli, necessita di irrigazione moderata ma costante, effettuata preferibilmente senza bagnare foglie e fiori.

Adottando opportune precauzioni è possibile evitare facilmente le avversità biotiche che colpiscono gli altri fagioli. Anche antiche tecniche di consociazione con altre colture come il pomodoro possono fornire produzioni di qualità che richiedono bassi o nulli impieghi energetici e chimici.

Il Fagiolino pinto viene coltivato in Puglia da tempi immemorabili ed appartiene alla tradizione agronomica che adotta tecniche di coltivazione consolidate nel tempo e riferimenti culturali tipici. 

Le citazioni, anche se con nomenclature generiche di Fagiolino pinto, nelle opere dell’antichità classica soprattutto Romana (opere di Apicio, etc.) e del medioevo (Carlo Magno), non riportano però precisi riferimenti territoriali.

Le prime missioni effettuate da esploratori dell’Istituto del Germoplasma (ora Istituto di Bioscienze e Biorisorse) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dedicate esclusivamente al reperimento di varietà di Fagiolino pinto in Puglia, risalgono al 1986 (fig. 1)

Nel libro “Orticoltura” (Bianco e Pimpini, 1990) è trattato in uno specifico capitolo il ‘Fagiolino dall’occhio’ (fig. 2).

Al dettaglio e all’ingrosso, anche su portali di commercio elettronico.
  • Progetto regionale “Biodiversità delle specie orticole della Puglia” (PSR Puglia 2007-2013 - Misura 214/4 sub-azione “Progetti integrati per la biodiversità)” – BiodiverSOIl progetto BiodiverSO ha consentito di rilevare sul territorio il fagiolino con il seme crema dall’occhio nero a Giuliano (una frazione di Castrignano del Capo), a Supersano e Zollino, in provincia di Lecce, dove è conosciuto con il nome locale di “Pasuli coll’occhio”, nonché in provincia di Bari, a Conversano, Putignano e Locorotondo.

Aspetti nutrizionali

Valore energetico: 44 kcal
Valori in grammi (g) per 100 g di parte edibile

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Bibliografia