Liquore di fico d'india
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
Il fico d’India è presente in America in tutta la Cordigliera delle Ande e nelle Sierre messicane e fu probabilmente introdotto in Europa da Cristoforo Colombo che, di ritorno dalle Americhe, lo porto con sé in Spagna. È probabile che siano stati i Saraceni ad introdurre questa straordinaria pianta in Italia.
Le piante di fico d’India danno un tocco di esoticità ad alcuni luoghi della Puglia in particolare, come il promontorio del Gargano o certe località del Salento, in cui crescono più rigogliose e fruttifere. I contadini, in passato, erano soliti piantare questi tipi di frutti succulenti a ridosso dei muretti a secco, sui pendii troppo ripidi o sulle scarpate impervie di campagna. Una delle caratteristiche dei cladodi (chiamate comunemente “pale”) è di attecchire assai facilmente in qualsiasi tipo di terreno. Diversi sono gli usi tradizionali del fico d’India tra cui il liquore particolarmente adatta ad essere servito molto fresco a coronazione di un pasto.
- Il ‘liquore di fico d’india’, alla pari di numerosi infusi della tradizionale regionale pugliese, è sovente presente in sagre e fiere di paese, come accompagnamento alle pietanze principali o digestivo;
- Il ‘liquore al fico d’india’ sul portale dedicato ai prodotti tipici regionali intavoliamo.it.