Atlante dei PAT

L’albero di ‘Pera Petrucina’ può raggiungere 12-15 m di altezza; la chioma da conica nel periodo giovanile diventa globosa nell’età adulta. Il suo legno è molto duro, compatto e viene utilizzato in ebanisteria, ha rami non spinescenti e le foglie hanno lamina ovata o ellittica a margine dentato. I fiori sono riuniti in infiorescenze a corimbo, petali bianchi sub-rotondi. 

L’albero produce piccole pere dalla polpa bianca e granulosa, che a maturazione mostrano un colore verde-giallo con sfumature di rosso. Il frutto è particolarmente zuccherino ma la sua piccola pezzatura e la tendenza all’ammezzimento ne hanno determinato l’abbandono.

Il nome deriva dal periodo di maturazione, che avviene attorno alla festività di San Pietro (29 giugno).

Il frutto del pero è versatile quanto la mela, dal consumo fresco e rapido ammezzimento. Le pere sono consumate al naturale, cotte, essiccate, sciroppate o come gelatina. Possono essere trasformate in composta, succo e acquavite. Si utilizzano per macedonie e torte nonché per accostamenti particolari come quelli con il cioccolato e il formaggio. Il maggior consumo è, comunque, quello fresco e le principali trasformazioni industriali sono quelle relative a polpe, succhi, distillati, pere sciroppate. 

La ‘Pera Petrucina’, in particolar modo, è indicata per la trasformazione in marmellata.

• Progetto “Recupero del Germoplasma Frutticolo Pugliese” - Re.Ge.Fru.P (PSR Puglia 2007/2013,  Misura 214 az.4a - “Progetti integrati per la biodiversità”);
• Il 22 maggio del 2021 si è svolto la presentazione del volume “Giacimenti di Biodiversità - Guida tra paesaggi e varietà antiche nei parchi leccesi”, prodotta nell’ambito del Progetto “Biodiversità in rete” finanziato dal MIUR;
• La ‘Pera Petrucina’ tra le varietà recuperate e coltivate da Punto Verde Vivai a Melendugno (LE).