Pettole
Pèttëlë (Taranto), scorpelle (San Severo), sfringioli (Torremaggiore), pèttuli (Brindisi), popizze (Bari), pittule (Lecce), pəttəlècchjə (Altamura).
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
Sono pallottole di pasta lievitata molto morbida fritte nell’olio bollente.
Possono essere consumate nella versione dolce, cosparse di zucchero o ricoperte di vincotto o miele, ma anche nella versione salata, come antipasto o piatto unico: volendo si possono riempire con piccoli pezzi di baccalà lessato o di alice salata, oppure con un broccoletto di cavolo cotto a metà.
La loro origine va a collegarsi all’ondata emigratoria del XV secolo di esuli dell’Albania che si insediarono in Italia, portando con sé cultura e usi, diffondendosi nel meridione.
Secondo una leggenda, le ‘pettole’ nascono a Taranto, dove una donna, durante la notte di Santa Cecilia, lasciò lievitare troppo a lungo il pane perché distratta dalla musica degli zampognari che suonavano tra le vie della città vecchia. La donna, catturata dal suono di quelle note, si allontanò da casa e, dopo avervi fatto ritorno, si accorse che l’impasto non sarebbe stato utilizzabile per la panificazione. Lo ridusse quindi in palline che, tuffate nell’olio bollente, si gonfiarono e si dorarono. I suoi figli apprezzarono la nuova ricetta e chiesero alla mamma come si chiamasse. Lei rispose “pèttëlë”, pensando ad una piccola versione della focaccia che in dialetto tarantino si chiama “pitta”. Una ulteriore versione della stessa leggenda vuole che sia stato San Francesco D’Assisi, durante le sue prediche per l’evangelizzazione della città, a distrarre la donna mentre passava nei pressi della sua abitazione.
A Taranto le prime ‘pettole’ vengono fritte la notte del 22 novembre (Santa Cecilia) come simbolo di dono per i bandisti che la notte, durante la processione della Santa, e per tutta la giornata, percorrono le vie della città suonando le tipiche pastorali tarantine. Nella zona della Valle d'Itria è consuetudine preparare le pettole insieme al baccalà fritto il 7 dicembre, vigilia dell'Immacolata Concezione. Nella zona leccese la prima frittura avviene l’11 novembre, giorno in cui si celebra San Martino. In alcuni comuni del sud-est barese, come Rutigliano, è consuetudine prepararle il giorno di Santa Caterina, il 25 novembre. Si usa ancora prepararle recitando preghiere.
- “Sagra delle pettole” a Rutigliano (BA), tenuta da tradizione il 14 e 15 dicembre, giunta alla XXXIV edizione nel 2019;
- “Sagra della pettola” a Castelluccio Valmaggiore (FG), tenuta da tradizione il giorno di Santo Stefano (26 dicembre), giunta nel 2017 alla sua XXXI edizione;
- “Sagra del latticino, del panzerotto e delle pettole” a Monopoli (BA), tenutasi nel 2018 in località Gorgofreddo;
- L’evento “Natale nel Borgo e 15ª Sagra delle Pettole e dei dolci natalizi”, tenutosi a Bari, località Palese, durante le festività natalizie del 2021;
- Le ‘pettole’ su wikipedia;
- Le 'Pettole pugliesi' sul portale di promozione della Puglia, puglia.com.