Piscialetta
Piscialletta, pizzi (Lecce).
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
I nostri avi erano soliti cucinare la ‘piscialetta’ in occasione della preparazione della provvista settimanale di pane. La ‘piscialetta’ veniva fatta raccogliendo (letteralmente grattando) i resti della pasta del pane che rimaneva attaccata alla “mattira” (antico utensile in legno dove si impastava il pane); a questi si aggiungevano pomodoro, capperi, olio extravergine di oliva e peperoncino, si rimpastava il tutto e quindi si infornava. Alla ‘piscialetta’ veniva data la forma di un tarallo, ma qualcuno la faceva anche a forma di piccola pagnotta.
Il nome probabilmente viene dall’usanza di condirla in alcuni casi con il tarassaco, un’erba che in dialetto viene chiamata proprio “piscialetto” (per gli effetti che produce essendo depurativa e diuretica).
A testimonianza della tradizionalità e storicità del prodotto si segnala la citazione sul “Vocabolario dei Dialetti Salentini” di Rohlfs (1976).
- “Mille e una puccia”, la sagra della ‘piscialetta’ a Surbo (LE), cui prima edizione risale al 1994.