Si tratta di una popolazione locale del pomodoro caratteristica della zona di Manduria (TA) e dintorni, conosciuto nei luoghi di produzione come “Pummitoru paisanu” e come “Mandurese” nei diversi mercati della zona di Taranto e Brindisi.
Il pomodorino di Manduria è una pianta ad accrescimento contenuto, a frutto piccolo, ovaleggiante, rosso vivo, che è destinato specie all’autoconsumo, per la produzione di prodotto fresco (pomodori) per il consumo tal quale nei mesi estivi, nonché per la produzione della conserva di pomodoro (“la salsa”), che gli abitanti di questa area tradizionalmente fanno per i mesi invernali, e ancora per la produzione di pomodori secchi sott’olio.
Ordinariamente è coltivato in piccoli appezzamenti, in genere mezzo ettaro, ma molto spesso anche 1000-2000 m2, con semina diretta a postarelle, utilizzando il seme dell’anno precedente conservato dagli stessi agricoltori.
Dopo la semina diretta nel mese di marzo si procede al diradamento delle piantine e alla coltura del suolo mediante ripetute sarchiature superficiali. Rari sono gli interventi di difesa della coltura dai parassiti.
A fine maggio inizia la raccolta dei primi frutticini immaturi, che vengono consumati freschi per condire le “frise” oppure in insalata con il “carosello di Manduria”. La raccolta procede fino alla fine di luglio con i frutti maturi, per la produzione della “salsa”. Sovente, specie nel mese di agosto, è impiegato per la produzione dei pomodori secchi al sole. Ancora è ingrediente base per la preparazione della “Jatedda”, una gustosissima insalata estiva preparata con i semi freschi del pomodoro, aglio, olio, sale, capperi e/o origano, in cui inzuppare il pane casereccio raffermo di almeno tre giorni.
Le sue produzioni sono molto basse, circa 10 t/ha, ed è coltivato sia su terreni profondi argillosi "terre ti patuli", ed in questo caso la coltura è completamente in asciutto, sia nei terreni più sciolti verso il mare, o nelle terre rosse, dove spesso si ricorre a due-tre interventi irrigui nel mese di giugno, che consentono quantitativi di produzione simili alla coltura in asciutto.
È una coltura praticata nella zona di Manduria e dintorni da tempi remoti, appartenente alla tradizione agronomica e culturale tipica di quell’area, con tecniche di coltivazione rimaste immutate nel corso degli anni.
Si riscontrano riferimenti alla sua coltivazione in pubblicazioni come, ad esempio, la tesi di laurea della facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bari dal titolo “Formazione e destinazione del reddito nelle famiglie contadine in Manduria” (Mariggiò, 1969), e numerose altre. Altri riferimenti alla sua coltivazione sono riportati in “Puglia dalla terra alla tavola” (AA.VV., 1979) in cui si cita una superficie consistente coltivata a Pomodoro a Manduria.
Dal dettaglio al supermercato.