Ruchetta
Sinonimi: rucola, rucula e ruca.
Nomi dialettali di Diplotaxis tenuifolia: a rochele, àrucula, ruca, rùcula cresta, rucula gialla, rucula servaggia, rucula tarantina, rùgula, rucoletta, r’cuacce, ruc’, ròcl, ruchele, ruche.
Nomi dialettali di D. erucoides: a rapodde, cemescazziette, cime de ciucce, maraiole, marasciule.
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
Con il termine “rucola” vengono indicate diverse specie appartenenti alla famiglia Brassicaceae.
In Puglia sono presenti allo stato spontaneo:
• rucola selvatica (D. tenuifolia);
• ruchetta violacea (D. erucoides);
• ruchetta minore (D. viminea);
• ruchetta dei muri (D. muralis, specie ibrida tra D. tenuifolia e D. viminea).
Quelle più importanti, perché coltivate o perché utilizzate per l’alimentazione, sono riconducibili essenzialmente a due generi: il genere Eruca, cui appartiene la specie E. vesicaria (L.) Cav. (prima designata E. sativa Miller), comunemente chiamata “rucola coltivata”, e il genere Diplotaxis con le due specie più utilizzate, delle oltre 30 appartenenti al genere, la “rucola selvatica” e la ”rucola dei muri” (meno adatta alla coltivazione per il suo habitus procombente).
La ruchetta selvatica è presente in Italia da lunghissimo tempo. È stata segnalata per la prima volta da Petrollini e Cibo nel 1550. Nel territorio di Barletta (BAT) la ruchetta selvatica viene chiamata ruca, come attesta Bruni già nel 1857. Nel monastero di S. Agnese a Trani (BAT) alcuni documenti del 1790 riportano che la ruca veniva consumata.
Bianco ha dedicato un capitolo alla rucola coltivata nel libro “Orticoltura” (Bianco e Pimpini, 1990). A pagina 460 è riportata una foto che segnala le due specie maggiormente diffuse in Puglia (fig. 1).
La storia della ruchetta selvatica è stata tracciata da Raymond (2007). Con riferimento alla Puglia si veda il libro “Piante spontanee nella cucina tradizionale molese” (Bianco et al., 2009).
In Puglia era ed è diffuso l’uso come condimento del classico “pane, acqua e sale ” o delle frise (pane a tarallo spaccato e cotto due volte al forno), oppure in insalata con i pomodorini o con le patate lesse.
- Progetto regionale “Biodiversità delle specie orticole della Puglia” - BiodiverSO (PSR Puglia 2007-2013 - Misura 214/4 sub-azione “Progetti integrati per la biodiversità”).