Troccoli
Trucchjele.
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
I nomi “troccolo” e “troccolaturo” derivano dal latino “torculum” (“torchio” o, in passato, “torcolo”), il quale a sua volta proviene dal verbo torquere (“torcere”). Il legame etimologico è più evidente a Cerignola, dove nella cucina locale i ‘troccoli’ e il troccolaturo sono anche detti, rispettivamente, “torchi” e “torchio”.
Il troccolaturo è un utensile da cucina di antico uso in Italia. Nella sua “Opera dell'arte del cucinare”, pubblicata nel 1570, Bartolomeo Scappi già menzionava questo strumento sotto il nome di “ferro da maccheroni”, riportando un’incisione illustrante il modo in cui l’utensile appariva in quel tempo; era sostanzialmente un mattarello di metallo, materiale che venne gradualmente sostituito dal legno duro. Fonte: "Pasta. The Story of a Universal Food" (Serventi e Sabban, 2002).
A Foggia, capitale dei troccoli, essi vengono consumati principalmente con il ragù della domenica ma non è raro trovarli anche accompagnati ai funghi tipici del luogo o, sul Gargano, ai frutti di mare.
- I ‘troccoli’ sono comuni in preparazioni enogastronomiche in occasione di numerose sagre pugliesi come, ad esempio, la manifestazione “…Non solo Còtta còtt” a Troia (FG) nel 2019
- I ‘troccoli’ nella preparazione di alcuni piatti tradizionali del comune di Manfredonia (FG);
- I ‘troccoli’ su Wikipedia;
- La ricetta foggiana “Troccoli con funghi e salsiccia” sul portale di promozione della Puglia, puglia.com.