Carota giallo-viola di Tiggiano
Pestanaca de Santu Pati.
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
La Carota di Tiggiano, a livello locale, è nota con la denominazione di ‘Pestanaca Santo Ippazio’ (italianizzazione del nome dialettale "Pestanaca de Santu Pati"), decisa dai cittadini di Tiggiano nel 2012, perché volevano ottenere la denominazione DOC per il prodotto. La produzione dell'ortaggio raggiunge la punta massima nel periodo gennaio-febbraio, quando ricorrono importanti fiere patronali; la prima è quella di Tiggiano, il 19 gennaio, in onore di Santo Ippazio, seguita da quella di Specchia, il 2 febbraio, in onore della Madonna della luce (Candelora) e da quella di Corsano, il 3 febbraio, in onore di San Biagio; qualche produttore riesce a sfasare la coltivazione per vendere l'ortaggio anche alla fiera di San Giuseppe, il 19 marzo, a Gagliano. Si ha conferma di sporadiche coltivazioni della ‘Pestanaca Santo Ippazio’ anche nei comuni di Corigliano, Martano, Lequile e San Donato.
Dalle fonti bibliografiche storiche non è facile ricostruire la distribuzione di questa varietà, un tempo sicuramente più diffusa e apprezzata sia per l’alimentazione umana che degli animali da allevamento; autori come Giacomo Arditi (1879) e Albino Mannarini (1914) la citano come “pestanaca”, senza descriverla. Nel libro "Del cibo pitagorico ovvero erbaceo", Vincenzo Corrado, un grande cuoco nato ad Oria (BR) nel 1736 e a servizio delle corti nobiliari di Napoli, a proposito di carote note come "pastinache", scrive: «(…) le pastinache, radici, che crescono per lungo, e son di due maniere, cioè rosse, e gialle. (...) Le pastinache che produceva il territorio d’un’antichissima città del Salento» (Cefala et al., 2013), riferendosi, molto probabilmente, alla Pestanaca di Santo Ippazio.
In provincia di Lecce, è ancora possibile reperire questa varietà in due comprensori distanti tra loro: Tricase e comuni limitrofi, Martano e comuni limitrofi. Anche a San Donato di Lecce sono state raccolte testimonianze verbali della sua coltivazione che si è protratta sino alla metà del '900, per essere poi abbandonata. Grazie alla divulgazione dei risultati del Progetto BiodiverSO, la coltivazione di questo ortaggio è stata ripresa da molte aziende agricole, in tutta la Provincia di Lecce, ma la difficoltà della coltivazione e le scarse rese produttive, hanno sconfortato qualsiasi tentativo imprenditoriale locale.
- Sagra di Sant’Ippazio il 19 gennaio a Tiggiano (LE);
- Progetto regionale “Biodiversità delle specie orticole della Puglia” - BiodiverSO (PSR Puglia 2007-2013 - Misura 214/4 sub-azione “Progetti integrati per la biodiversità”).