Intorchiate
- Descrizione sintetica del prodotto
- Processo produttivo
- Storie e tradizione
- Tipologia di commercializzazione
- Iniziative di promozione
Ingredienti: farina, olio extra vergine d’oliva, vino bianco, acqua, zucchero, mandorle, lievito in polvere, sale.
Procedimento: impastare il tutto con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo e una pasta liscia ed elastica. Prelevare delle piccole parti e formare dei bastoncini sottili lunghi circa 20 cm, piegare ciascuno a metà e avvolgerlo su sé stesso due volte per ottenere la classica forma a treccina; vicino ad ogni incrocio incastrare una mandorla intera. Intingere nello zucchero semolato e disporre le intorchiate su una teglia rivestita di carta forno. Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per circa 20-25 minuti.
L’intreccio dell’impasto per la tradizione pugliese può avere tantissimi significati: c’è chi lo riconduce all’unione e all’abbraccio tra il bambino e Dio, tra due amanti, tra gli sposi subito dopo il matrimonio. Proprio per questa origine storica, vengono tradizionalmente offerte durante la celebrazione di battesimi e matrimoni, come segno di buon augurio e accompagnamento al nuovo percorso di fede ed amore di chi le riceve. Sebbene non abbiano la normale forma del tarallo, sono molto conosciute anche come taralli dolci o taralli della nonna, forse per il loro legame con la tradizione pugliese e per il tipo di impasto, simile in entrambe le preparazioni.
Oltre ad essere una preparazione tradizionalmente realizzata in casa, le intorchiate sono diffusamente commercializzate nei panifici di tutta la Puglia. Una testimonianza è presente nel periodico “Noci gazzettino” del 1996, nel quale viene pubblicizzata la vendita delle intorchiate da parte di un panificio locale (fig. 1).
- Articoli e ricette sul web come, ad esempio, “Intorchiate con mandorle. Biscotti pugliesi a forma di treccia” (puglia.com).