La Faldacchea di Turi

La Faldacchèje (termine dialettale di Turi).

Dolce tipico preparato con pasta di mandorle locali cotte a fuoco lento con tuorli d’uova, ripiena di amarene sciroppate e pan di Spagna bagnato con liquore di alkermes. I pezzetti di ‘faldacchea’, uno per uno manualmente, vengono ricoperti di glassa di zucchero (naspro) o con finissimo cioccolato. La ‘faldacchea’ viene decorata con i cosiddetti “scherzetti” (fig. 1), termine che negli anni ‘40 è stato inventato da Antonia Adele Dragone, nota maestra dolciaria di Turi (fig. 2).

Etimologicamente, il termine “faldacchea” deriva presumibilmente dal termine spagnolo “faldiquera” o “faltriquera", che indica un accessorio indossato sotto il grembiule o la gonna; una specie di tasca in tessuto, in alcuni casi finemente ricamata. L’accessorio serviva per riporre piccoli oggetti per l’uso giornaliero o per riporvi particolari dolcetti, “huevos de faldiquera”, ancora oggi prodotti in molti monasteri spagnoli

Le mandorle, precedentemente sbollentate e pelate, vengono tritate e aromatizzate con cannella e buccia di limone non trattato. Il composto viene cotto a fuoco lento, amalgamandolo con tuorli d’uova in un composto di acqua e zucchero portato a ebollizione. Dopo la cottura l’impasto viene fatto raffreddare e lasciato a riposare per un giorno intero. Poi, manualmente, si procederà, alla farcitura dei piccoli pezzi di pasta di mandorle, con un ripieno di amarena e pan di Spagna imbevuto con il liquore di alkermes. I pezzi di faldacchea verranno lasciati ad asciugare per un giorno. Successivamente si procederà alla glassatura di zucchero fondente (“naspro”) o verranno ricoperti con finissimo cioccolato. Come ultima operazione, ogni pezzo viene decorato con la fantasia e della dolciaria eseguendo i cosiddetti “scherzetti”. Il composto per decorare è fatto di zucchero a velo e chiari d’uova.

L’origine e la diffusione della ‘faldacchea di Turi’ risale alla fine dell’Ottocento nel monastero delle clarisse di Santa Chiara, allora presente nell’omonimo comune. Si narra che fu Anna Antonia Martinelli (fig. 3) ad apprendere presso il monastero le antiche ricette lì custodite gelosamente dalle monache, in particolar modo quelle relative alla preparazione dei dolci tradizionali di mandorla tra cui la ‘faldacchea’. 

Nel 1892, Martinelli convoglia a nozze e decide di aprire presso la sua abitazione un piccolo laboratorio dolciario casalingo. Ben presto il laboratorio divenne una vera e propria scuola di cucina per le giovani ragazze turesi e dei paesi limitrofi, che qui apprendevano l’arte dolciaria locale come oggi la conosciamo.

Vendita al dettaglio, negozi specializzati e vendita online.

  • La ‘faldacchea di Turi’ è stata inserita tra i prodotti dell’Arca del Gusto dell’Associazione Slow Food per la Biodiversità Onlus nel 2021;
  • Festa del borgo antico e sagra delle delizie turesi: trònere, percoche e faldacchea” organizzata nella prima metà di settembre di ogni anno dalla Pro Loco di Turi;
  • Nel 2021 si è costituita l’associazione culturale “La Faldacchea di Turi” composta da produttori di dolci di mandorla e di ‘faldacchea’, da maestre dolciaie e da cultrici del tipico dolce. Le iniziative dell’associazione sono di tipo culturale, promozionale e divulgativo;
                • Dal 31 maggio al 4 giugno 2022 l’Associazione “La Faldacchea di Turi” ha proposto 'Colori e Sapori di Puglia', un tour tra le eccellenze gastronomiche della nostra regione, avente come protagonista la 'faldacchea di Turi". L'evento vede il patrocinio del Comune di Turi e le partnership dell’Istituto Italiano di Cultura, dell’Università degli Studi di Bari, dell’IISS “Consoli-Pinto”, dell’Agenzia regionale “Puglia Promozione” e della Stazione Biologica “Jazzo Corte Cicero”;
  • La ‘faldacchea’ sul portale di promozione della Puglia, puglia.com;
  • La ‘faldacchea’ su Wikipedia. 

Aspetti nutrizionali

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