Curiosità

Alla scoperta del barattiere, il melone immaturo simbolo di Puglia

Alla scoperta del barattiere, il melone immaturo simbolo di Puglia

Se vi è capitato di cercare online il termine “barattiere”, vi sarete sicuramente accorti dei tantissimi articoli dai disparati titoli: “Il barattiere un frutto misterioso”, “Barattiere, l’insolito frutto-ortaggio che arriva dalla Puglia” e ancora “Barattiere il frutto a metà tra cetriolo e melone”, oltre che una serie di siti che rimandano a delle vere e proprie istruzioni d’uso su “come si mangia il barattiere”. 

Il barattiere è un melone, una cucurbitacea appartenente alla specie Cucumis melo L., diffuso su tutto il territorio pugliese. Numerosi sono i nomi che gli sono attribuiti: ‘cianciuffo’, ‘pagnottella’, ‘cocomerazzo’ ‘pupuneddhe’, ‘spuredde’, etc.; insomma, la sua denominazione varia a seconda della zona in cui viene consumato, addirittura può variare tra paesi limitrofi. Interessante, a tal proposito, è la storia legata all’origine del nome “barattiere”: si ipotizza infatti possa derivare dal primo coltivatore, soprannominato “Barattiere”, il quale inconsapevolmente scoprì la possibilità di consumare questo tipo di melone allo stadio immaturo; secondo altre fonti, invece, all’origine del nome vi è la facilità con cui si barattava il prodotto in campo. 

Questa sua particolare varietà di denominazioni crea non poca confusione nei consumatori, pugliesi e non, e non ha permesso una valorizzazione univoca di questo eccellente prodotto orticolo locale. È proprio per aumentare la conoscenza di questa varietà locale e promuoverne la diffusione sul mercato che, grazie al progetto BiodiverSO, il Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha caratterizzato questo interessante ortaggio sotto il profilo colturale, biomorfologico e nutrizionale. In merito a quest’ultimo aspetto, in particolare, sono state confrontate le caratteristiche nutrizionali del Barattiere rispetto al cetriolo e al melone cantalupo: è emerso che il barattiere ha un maggiore contenuto di calcio rispetto al cetriolo e al cantalupo e un contenuto intermedio di zuccheri e potassio. Tale profilo qualitativo rende questa varietà locale interessante per i suoi tratti nutrizionali, suggerendone il consumo proprio in alternativa a questi due ortaggi. 

Inoltre, nell’ambito del progetto regionale Puglia Partecipa “La Compagnia del Carosello” (L.R. 28/2017), il barattiere è stato selezionato come PAT rappresentativo del Comune di Monopoli (BA), partner del progetto, per la realizzazione delle “Cartoline delle Agrobiodiversità” (fig. 1).

Durante tali percorsi di cittadinanza attiva, incontrando gli agricoltori che coltivano il barattiere, sono emerse molte curiosità legate a questo ortaggio: usi, origini e come vengono selezionati i frutti che poi produrranno i semi. Molto curioso è, ad esempio, vedere i diversi metodi di selezione. C’è chi ogni anno semina, lontano dalle altre, delle piante di Barattiere che avranno il solo fine di produrre seme. Vengono seminate lontano dalle altre piante e colture per evitare che il fiore possa essere impollinato da altre e specie. C’è poi chi ogni anno “marchia con una croce” i frutti migliori e più uniformi. Un frutto segnato con la croce (fig. 2), pertanto, non indica la fine ma l’inizio di attenzioni dell’agricoltore per portare a seme quel frutto di barattiere che lui ha scelto per una serie di caratteristiche interessanti: stato della pianta, dimensione e uniformità, produttività, precocità. C’è infine chi seleziona solamente i primi barattieri che la pianta produce, sostenendo che tra i semi di questi barattieri, e solamente tra questi, ci siano dei semi più scuri e questo sta ad indicare che il seme di quel barattiere sarà “pieno”.

E a tavola? I frutti del barattiere sono consumati immaturi, crudi in insalata o per accompagnare primi piatti; è un ortaggio dalle pregevoli caratteristiche organolettiche e nutrizionali, in grado di stupire per la sua versatilità in tavola. In alcune località della Puglia, infatti, c’è la consuetudine di consumare questi peponidi anche se molto piccoli e, in tal caso, oltre al mesocarpo viene mangiata anche la parte centrale del frutto. Questa, che presenta i semi ancora abbozzati e placenta deliquescente, sembra particolarmente apprezzata dal palato degli agricoltori locali, alcuni dei quali hanno persino coniato il termine di “caviale verde”. Infine, il barattiere può essere utilizzato per la preparazione di una fresca e gustosa salsa tzatziki  nelle calde sere d’estate.

Fonte articolo: BiodiverSO.