Curiosità

Sospesi nel tempo: storia e tradizione del pomodoro appeso

Sospesi nel tempo: storia e tradizione del pomodoro appeso

I pomodori appesi sono una chiara espressione di tradizione contadina di Puglia. Conservati in locali freschi, ventilati e asciutti, i pomodori da serbo (o d’inverno), così come chiamati in italiano forbito, si conservano in tutto il bacino del Mediterraneo legando fra di loro alcuni grappoli di pomodorini maturi, fino a formare un grande grappolo che viene poi sospeso, assicurando così l’ottimale conservazione del prezioso raccolto fino al termine dell’inverno. Quest’usanza contadina deriva dalle antiche tradizioni delle famiglie povere, lì dove era di fondamentale necessità provvedere al sostentamento famigliare anche nei mesi invernali, in quanto il raccolto poteva essere reso più difficoltoso dal persistere delle intemperie. 

Infatti, uno dei piatti poveri della cucina contadina pugliese, la bruschetta, si preparava (e si prepara ancora) prendendo un pomodoro “appeso”, spremendolo e strofinandolo sul pane o sulla “frisa”, un tarallo, con una faccia porosa e una compatta, di grano duro e/o orzo, cotto al forno, tagliato a metà in senso orizzontale e cotto di nuovo nel forno.

Oggi le coltivazioni dei pomodori da serbo sono state perlopiù sostituite dal pomodoro ciliegino e dalle colture in serra, ma alcune colture persistono soprattutto in alcuni areali in cui la tradizione contadina è ancora forte. Un esempio di pomodoro da serbo è il ‘Pomodoro Regina’, tipico delle campagne di Monopoli, Fasano e Ostuni, inserito tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali di Puglia nel 2012, il quale presenta una straordinaria particolarità: non si legano i grappoli ma le singole bacche, una ad una. Un piccolo esempio di questa particolare lavorazione lo riscontriamo nel video “La Puglia che non ti aspetti. Anche a Natale”, a cura di Puglia Promozione.

Una piccola curiosità: secondo alcuni “ramasole” dovrebbe significare “ramo di sole”, a ricordare l’intensa colorazione purpurea di questi frutti. In realtà, Piero Moretti, tecnico di Fasano che conosce l’argomento, sostiene che “ramasole” deriva da rimasugli, in quanto i pomodori da scarto di lavorazione per i mercati venivano così lavorati per essere rivenduti. Quindi questi pomodori erano rimanenze (“rimasugli”) e da qui la parte dialettale italianizzata a “ramasole”.

In copertina una foto risalente al 1960, trasmessa da Fabiana Prudenzano al progetto BiodiverSO, in cui vediamo una famiglia intenta a fare le “Crone di pummitori”, come vengono indicati i pomodori appesi a Manduria (Ta). Si intravedono quelle pronte a destra in basso, mentre sulla sinistra gli anziani intrecciano cesti.


Fonte articolo: 
BiodiverSO.