Il pancotto nei secoli: documenti storici e testimonianze
Il pancotto è un piatto tradizionale della cucina “povera” della Puglia, semplice nella sua preparazione ma diffuso in tutta la regione con differenti varianti della ricetta base, a seconda delle usanze contadine locali, delle coltivazioni disponibili e della disponibilità economica delle famiglie. Tali ricette sono state tramandate di generazione in generazione e numerosi sono gli scritti che citano questa pietanza della tradizione.
Già nella prima metà del 1800 il professore di Agricoltura nella Regia Università degli Studi Achille Bruni descrive lo Scolymus maculatus che “Porta le foglie radicali con macchie bianche, e nei giorni festivi di Pasqua si mangia sotto il nome di carduncieddi salvaggi” e della Diplotaxis tenuifolia: “I villani delle masserie allessano quest’erba allo stato di tenerume insieme col pane di campagna, e poi la condiscono con olio e sale, mangiandola avidamente. Siffatto cibo rustico vien riconosciuto coi nomi di pan cotto e ruca, e forma l’ordinario camangiare di quella povera gente. Gli è certo però che a molti piace; ed io credo che non influisce in ciò il solo forte appetito prodotto dall’aria campestre, bensì l’abbondanza del glutine in quella qualità di pane bruno che dicesi perrozzo o perruozzo”. - Achille Bruni, 1857. Descrizione botanica delle campagne di Barletta. Stamperie e Cartiere del Fibreno, Strada Trinità Maggiore n. 26, Napoli.
Nella galleria fotografica sono inoltre riportati numerosi altri documenti storici, che riassumiamo di seguito:
- Figura 1 - Titolo: Scienza e diletto: periodico settimanale (1895:A. 3, set., 7, fasc. 36)
Anno: 1895
Fascicolo: A. 3, set., 7, fasc. 36
Dati Editoriali: Cerignola: [s. n.]; Tip. Risorgimento-Progresso
Data di pubblicazione: 1893
Note: a pagina 1 in capitanata triste: plebe rurale si legge che il pasto abituale del contadino era il pancotto che poteva essere addizionato di legumi o verdure
- Figura 2 - Titolo: Rigenerazione italica: voce patriottica del mezzogiorno (1948:A. 1, ott., 9, fasc. 33)
Anno: 1948
Fascicolo: A. 1, ott., 9, fasc. 33
Dati Editoriali: Foggia: Tip. del Giornale
Data di pubblicazione: 1948 - 1950
Note: a pagina 1 in <
> nella prima colonna individuiamo il termine “pancotto”;
- Figura 3 - Titolo: L' economista pugliese: rivista di agricoltura, industria, commercio, finanza (1908:A. 5, nov., 23, fasc. 47)
Anno: 1908
Fascicolo: A. 5, nov., 23, fasc. 47
Dati Editoriali: Lecce: Tip. Salentina
Data di pubblicazione: 1904 – 1908
Note: A pag. 2 in Lettere, scienze, arti, invenzioni, scoperte e curiosità una descrizione di come, secondo i pareri scientifici dell’epoca, il pancotto facesse male ai giovani organismi;
- Figure 4,5,6,7 -Titolo: Relazione del delegato tecnico prof. Errico Presutti
Autore: Italia
Contributore: Presutti, Errico <1870-1949>
Dati Editoriali: Roma: Tip. nazionale di G. Bertero e C. [Bertero]
Data di pubblicazione: 1909
Note:
Fig. 4) PAG 314 è citato il pancotto come supplemento al salario dato in natura;
Fig. 5) pag. 480 leggiamo che spesso il contadino barese mangia il pancotto e che è semplice pane cotto in acqua e condito con l’olio;
Fig. 6-7) 482, 484 vi sono delle tabelle relative ad un’indagine fatta mediante questionari rivolti a i contadini su quali pasti consumavano alla mattina al pranzo e alla sera e qui si nota come in Puglia il pancotto era un piatto ampiamente consumato e si può vedere che nella maggior parte dei casi era abbinato alle verdure o ai legumi.
- Figura 8 - Titolo: Vita della madre suor Teresa di Giesu, fondatrice e prima superiora del monistero delle Carmelitane Scalze della città di Nardò descritta dal molto reverendo padre lettore fra Niccolo Tommaso Farina, Parte prima
Autore: Farina, Niccolo Tommaso
Dati Editoriali: In Lecce: dalla stamperia di Oronzio Chiriatti [Lecce ; Chiriatti, Oronzo], nell'anno del giubileo 1725
Data di pubblicazione: 1725
Note: A pag 93 si legge che suor Teresa di Giesu mangiava alle volte il pancotto scondito.
- Figura 9 - Titolo: Azione democratica: settimanale della Provincia di Foggia (1944:A. 1, nov., 25, fasc. 24)
Anno: 1944
Fascicolo: A. 1, nov., 25, fasc. 24
Dati Editoriali: Lucera: [s. n.]
Data di pubblicazione: 1944
Note: A pagina 1 nell’articolo intitolato “Oro di Puglia” si legge che il pancotto (pane e olio) in capitanata era l’alimento più diffuso tra la popolazione.
- Figura 10 - Titolo: Mattinata e dintorni
Autore: Prencipe, Salvatore
Dati Editoriali: Foggia: Tip. Leone
Data di pubblicazione: 1955
Note: a pagina 22 si legge che nella zona di mattinata il pancotto viene consumato per tradizione nel giorno della ricorrenza della festa di S. Antonio Abate, e vien preparato con il pane del giorno di Natale.
- Figura 11 - Titolo: Capitanata triste
Autore: Lo Re, Antonio
Dati Editoriali: Cerignola: Stab. tip. dello Scienza e Diletto [Stab.tip. dello Scienza e Diletto]
Data di pubblicazione: 1902
Note: richiamo alla foto in fig. 1
- Figura 12 - Titolo: Il dialetto manfredoniano, ossia Dizionario dei vocaboli usati dal popolo di Manfredonia, con l'esplicazione del significato di essi
Autore: Pascale, Luigi
Dati Editoriali: Firenze: Tipografia I. Conti [Conti]
Data di pubblicazione: 1931
Note: in figura si legge che in dialetto manfredoniano il pancotto vien chiamato “panicuetto”.
- Figura 13 - Titolo: Risposta all'opuscolo sull'anarchia amministrativa del comune di Lucera, 1879
Dati Editoriali: Foggia: Pollice
Data di pubblicazione: 1879
Note: A pagina 84 si legge che venne servito al prefetto di foggia il pancotto accompagnato da qualche verdura.
- Figura 14 - Titolo: I lavoratori della terra in provincia di Foggia: studio di politica agraria e sociale
Autore: Trotta, Luigi
Dati Editoriali: Foggia: Fiammata
Data di pubblicazione: 1937
Note: Si legge a pag. 15 che il “cafone” tornato a casa dopo la giornata lavorativa sceglieva le erbe e tagliava il pane per il pancotto.
- Figura 15 - Titolo: Il Gargano: organo di Rinascita garganica (1952:A. 3, apr., 15, fasc. 4)
Anno: 1952
Fascicolo: A. 3, apr., 15, fasc. 4
Dati Editoriali: Foggia: Tip. S. Pescatore
Data di pubblicazione: 1950
Note: a pagina 3 nella “Novella garganella” intitolata “Cuore di padre” si legge che il pancotto era condito con olio e aglio.
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